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La pittura di Giuseppe Nardi

 

Dalle “nature morte” agli “orti”, dagli scorci di Asolo e di Treviso, ai vari paesaggi, alle verdi “vegetazioni”, il percorso si articola sulla, riflessione post-impressionistica ma anche sugli spazi e sui tagli d’orizzonte di antica scuola veneziana, rivolti ad accentuare la disposizione dei colori, in inquadrature definite anche da sfondi freddi per dar risalto alle sintonie calde e alle trasparenze.

Le tracce ambientali scoprono il naturale creando coincidenze al di là del solito “quadrofinestra”.

Anche le nature morte nascono come “impronte” di invenzione formale alle soglie dell’evidenza, proprio nel trasparire del necessario margine delle variazioni e delle brevi asimmetrie.

Esperienza, tecnica e cultura visiva si associano a emozioni, segni e luci assorbiti dalla materia pittorica là dove svanisce il limite tra visione esteriore e visione soggettiva.

Costante resta il riferimento al dato reale, carico però di consapevolezze e di “presenze” che si intensificano nel concetto di forma, suggerito dal “segno pittorico” attento ad evocare il motivo in trame che garantiscono una dinamica “alla Nardi”.

Giulio Gasparotti

 

Critica: estratti

 

Giuseppe Nardi un colorista tra i più felici che io abbia conosciuto: la sua tavolozza, dopo aver trovato una cromia vivace e scintillante si è oscurata per riaccendersi più ricca e solenne.

Attraverso queste esperienze egli ha armonizzato questi ultimi con gli aspetti elegiaci di composizione che esprimono il senso vertiginoso e dinamico della vita odierna interpretandolo con viva intuizione, con un’audacia, una sensibilità, un’attualità veramente degna di un artista contemporaneo. Negli ultimi lavori (notevole l’opera premiata a Torviscosa) Nardi ha raggiunto finezza cromatica, abilità, perizia d’accostamenti e rapporti, di soluzioni d’una realtà visiva in immagini interiori sempre sicure nelle forme e ricche di pittoricità, nei suoi vari ed eloquenti contenuti.

Umberto Zaccaria

 

…La forma d’espressione è personale e si avvale di tinte chiare, luminose, a volte persino solari, cosicché la tela assume nuove dimensioni, impostazione diversa e il soggetto si decanta fino a raggiungere particolare significato.

Il segno incide la tela fino a squadrarla in una specie di gioco prospettico in cui le frangiature di colore si accordano al ritmo compositivo che anima l’opera.

Marina Dorigo

 

…Sono opere di impianto gradevole che rifuggono dal facile effetto: l’impegno figurativo è sincero, nella ricerca di una sintesi architettonica che rimanga fedele all’emozione di fondo.

Un post-impressionismo che tiene conto anche del linguaggio più disinvolto delle recenti conquiste estetiche e che si modula su un’area cromatica sempre tenuta su ritmi equilibrati.

Roberto Joos

 

…Con una narrazione spigliata, disinvolta, si vale di tagli luminosi per dare vigore e validità ai suoi temi che conduce con linguaggio moderno, armonico, equilibrato, ricco di accenti lirici. Notevole l’effetto delle composizioni realizzate con intelligenza. Felici i valori estetici ottenuti.

Giuseppe Mugnone

 

…Le opere del pittore noalese sono di impianto gradevole e rifugio dal facile effetto.

I paesaggi, gli scorci, gli oggetti, le condizioni come anche le figure sono resi capaci di riassumere l’immagine del vibrare del colore, nel tumulto delle accensioni cromatiche nella eccitazione di una partecipazione alla vita.

Alberto di Graci

 

…In lui il senso del colore si accoppia felicemente alla descrizione oggettiva per cui le forme e le immagini che egli crea, qualunque sia il motivo immediato ed occasionale del suo interesse, vivono in una atmosfera satura di tesi impressionistiche. Ciò principalmente per la dialettica cromatica capace non solo di armonizzare e quindi di comporre con pennellate larghe e dense, ma anche di creare spazi con paesaggi a volte preziosi a volte decisi proprio per toni caldi e accesi.

Enrico Buda

 

“…E ti spiego subito perché; perché anche tu come tutti noi, hai subito quel processo di derealizzazione, di svuotamento della realtà delle convenzioni, che è la scintilla, il fuoco dell’intelletto moderno. Hai cioè compiuto quel passo, quella magica traversata, che porta all’immaginazione pura”.

Queste parole che Goffredo Parise scrisse per un suo amico astrattista, oltre che piacermi, mi sembrano calzanti anche per quanto riguarda Giuseppe Nardi. I suoi dipinti malgrado indaghino a fondo la realtà circostante contengono una tale forza di sublimazione che egli consente di realizzare quell’immaginario che è invece realtà e verità più profonda ma che, sul piano prettamente formale, sono tali da provocare nel fruitore, un impatto simile a quello che si trova dinanzi ad un’opera di pura astrazione.

Se è vero che il pittore rende visibile l’invisibile Nardi ci riesce perfettamente.

Gianni Ambrogio